Ricordando Caterina

Questo modesto sito web nasce con un semplice intento: ricordare la memoria di Caterina. Si tratta di un piccolo spazio che vuole essere un regalo alla sua memoria. Uno spazio semplice, adeguato a una persona che in vita ebbe un cuore grande, facendo del bene ai veri bisognosi.

domenica, settembre 25, 2005

Anniversario.

Cara mamma,
giovedì 13 Ottobre 2005, sarà trascorso un anno dalla tua morte. Poche parole per rinnovare un impegno: quello di non dimenticarti mai. Come sarà questo primo anniversario che ricorderà a me e a tutti coloro che ti hanno voluto bene la tua scomparsa da questo mondo? Immagino che ti penserò e i miei pensieri si soffermeranno su che cosa hai rappresentato per me e quale ruolo hai svolto nella mia esistenza e nella vita di tante persone che ti hanno conosciuto e amato tanto. Sono certo che nella mia mente si affolleranno tanti ricordi, intimi, intensi, commoventi, montaliani. E penserò a te e a quanto hai amato la vita, ai momenti bellissimi di intrattenimento che creavi per tutti noi in famiglia e per la comunità del volontariato che frequentavi da più di dieci anni e nella quale hai sempre creduto, giustamente. Un anno è un lungo periodo di tempo per chi ha perduto la persona più cara della sua esistenza. In questo lungo arco temporale mi hai costretto a reimparare a vivere la vita senza di te, senza i tuoi preziosi consigli, il tuo affetto, la tenerezza che mi hai sempre mostrato, le tue premure, la tua allegria. Per me sarà un Ottobre nuovo, triste, diverso da tutti i precedenti, caratterizzato dal ricordo della tua dipartita e dal dolore che la tua mancanza ancor oggi produce nel mio cuore torturato dalla tua assenza. Solo adesso percepisco chiaramente la profondità del tuo amore per me e per tutti noi. Il tuo affetto nei miei confronti è stato sempre straordinario, sincero, schivo e semplice, pudico e profondo. Ricordo i tuoi sguardi, pieni di affetto e di delicata comprensione per i miei problemi vani e superflui. Scrivo queste poche righe di commemorazione perché mi preme ricordare ancora una volta, a me stesso prima che agli altri, non solo quanto sei stata essenziale nella mia vita ma anche quanto amore sei stata in grado di donarmi e di donare agli altri nella tua splendida esistenza. Non riesco ancora oggi a comprendere per intero quanto dolore la tua dipartita ha prodotto in me. Ma è successo, perché doveva succedere. Ed è giusto che sia stato così. La vita presuppone la morte e la morte segue sempre la vita in una catena interminabile di successioni per tutti noi, esseri mortali.
Cara mamma, affrontare la vita senza di te è stata finora un’esperienza tremenda. Ma la vita continua, ed è necessario guardare al futuro in modo positivo anche se il cuore è sempre gonfio di rassegnata tristezza. Ciao mamma. Ricorderemo sempre il tuo insegnamento e la gioia che provavi nel donarti. Ovunque ti trovi in questo momento tutti noi ti ricordiamo con tanto affetto e amore e ti ricorderemo sempre. Ciao grandissima mamma. Riposa in pace ora e sempre.

Enzo

martedì, settembre 13, 2005

Dedicata a Caterina

E' la bellissima poesia di Umberto Saba, dal titolo Preghiera a mia madre.

Madre che ho fatto soffrire
(cantava un merlo alla finestra, il giorno
abbassava, sì acuta era la pena
che morte a entrambi io mi invocavo)
madre
ieri in tomba obliata, oggi rinata
presenza,
che dal fondo dilaga quasi vena
d’ acqua, cui dura forza reprimeva,
e una mano le toglie abile o incauta
l’ impedimento;
presaga gioia io sento
il tuo ritorno, madre mia che ho fatto,
come un buon figlio amoroso, soffrire.
Pacificata in me ripeti antichi
moniti vani. E il tuo soggiorno un verde
giardino io penso, ove con te riprendere
può a conversare l’anima fanciulla,
inebriatasi del tuo mesto viso,
sì che l’ali vi perda come al lume
una farfalla. E’ un sogno
un mesto sogno; ed io lo so. Ma giungere
vorrei dove sei giunta, entrare dove
tu sei entrata
ho tanta
gioia e tanta stanchezza!
farmi, o madre,
come una macchia della terra nata,
che in sé la terra riassorbe ed annulla.

Umberto Saba

venerdì, settembre 02, 2005

Ricordo.

Ricordo Caterina quando giunse a Roma dalla lontana Sicilia, trascinando con sé ricordi, affetti, mobili, vestiario, piatti, pentole e tutte le cose utili ed inutili che ognuno di noi, nel corso della propria esistenza, accumula, a volte, senza neanche accorgersene. Un camion della ditta “Sormani” aveva provveduto al trasloco dei mobili e, dietro le sue direttive, i responsabili scaricavano gli arredi che le avevano fatto compagnia per tanto tempo, collocandoli là dove ella voleva. Di spazio ce n’era abbastanza e, chissà, quante volte avrà rimpianto di aver venduto tutte quelle cose che a suo parere sembravano essere superflue e che, invece, avrebbero potuto trovare un’adeguata sistemazione! Si, da donna saggia qual’era, aveva creduto opportuno disfarsi di molti effetti personali vendendoli alle amiche più care del suo paese. Era orgogliosa di aver provveduto a far fronte alle spese del trasloco con il semplice ricavato di queste vendite speciali, a prezzi stracciati, come diceva lei! Aveva provveduto personalmente a confezionare pacchi più o meno grandi che, nel giro di pochi giorni, aveva disfatto ordinando tutto ciò che essi contenevano. Parte dell’arredamento lo avevamo completato insieme. Anzi, ricordo che mi aveva delegato per l’acquisto di un mobile e di uno specchio da collocare nell’ingresso principale di questa nuova abitazione. Era bello vederla all’opera, fiera del suo appartamento, della libertà conquistata dopo anni di duro lavoro, rinunce e sacrifici di ogni genere, sorretta da un orgoglio e dignità senza eguali. Ricordo quando il mobile da lei commissionatomi giunse a destinazione. Era felice come una bambina ed io raccolsi tutti i suoi complimenti e, lo feci a piene mani, considerata la sua riluttanza a sbilanciarsi in convenevoli. Aveva scoperto un grande centro commerciale vicino alla sua nuova dimora e, con la curiosità tipica di una donna vissuta per anni in un paesino, ne aveva fatto la sua meta preferita, un luogo dove trascorreva ore ed ore rincorrendo tutte le novità proposte nelle vetrine dei mille negozi! Ogni tanto si concedeva qualche regalo. Aveva acquistato tante di quelle cose inutili che al solo vederle sorridevamo! Fiori artificiali, portavasi dalle forme e dai colori più disparati, soprammobili e tutte le altre miriadi di oggetti che le sono state regalati via via nel corso degli anni. Era fiera della sua cucina colma di pentole di ogni misura, il forno era sempre acceso e pronto ad accogliere le pietanze più diversificate. Le mille pizze preparate hanno soddisfatto anche i palati più esigenti, per non parlare poi dei dolcetti e delle torte farcite regalate ai nipoti in occasione dei loro compleanni oppure agli ammalati della Clinica S.Lucia, ove prestava volontariato. Era instancabile, almeno così sembrava! Poi, la fine. Oggi, a distanza di quasi undici mesi dalla sua morte, ne ereditiamo il dolore ed il compito gravoso di dover rivisitare tutti i suoi effetti personali che, in un qualche modo, hanno fatto parte anche se indirettamente della nostra esistenza. Saltuariamente, mi reco insieme a mio marito in questa casa, per visionare e selezionare tutto ciò che riteniamo possa essere utilizzato da noi familiari e nipoti. Mi trovo a sfiorare i suoi oggetti con estrema cura, come avrà fatto lei chissà per quante volte. Giorni fa ho trovato in un armadio delle lenzuola e con il ricordo sono volata a Montalbano, il paese che ha visto riuniti lei e la famiglia per lunghi anni. Mi sono trovata nelle camere da letto, ho immaginato lei muoversi nelle stesse, impegnata al cambio della biancheria, con la fierezza tipica della mamma che provvede a riordinare i letti con lenzuola impregnate ancora dell’odore di un bucato appena raccolto e stirato. Gelosa delle sue cose, seguiva con occhio attento chiunque si muovesse nella sua casa, quasi temesse di essere derubata. Ora, invece, mi trovo a maneggiare le sue cose non vista! Altrove, assisterà a quest’opera di sgombero, ma, senza essere sospettosa, non fosse altro per il profondo rispetto con il quale mi accosto a tutto ciò che è appartenuto a lei. Non riesco ad immaginare questa casa senza la sua presenza. A poco a poco acquisterà un altro volto ed il suo profumo abbandonerà per sempre questo spazio, fino a svanire.
Ricordando Rina avremo sempre un sorriso da regalarle ed un grazie da rivolgerle per tutto ciò che ci ha donato con slancio e grande generosità.
Marilina