Ricordando Caterina

Questo modesto sito web nasce con un semplice intento: ricordare la memoria di Caterina. Si tratta di un piccolo spazio che vuole essere un regalo alla sua memoria. Uno spazio semplice, adeguato a una persona che in vita ebbe un cuore grande, facendo del bene ai veri bisognosi.

domenica, ottobre 13, 2024

Ricorrenza

Cara mamma, oggi ricorre il ventennale della tua morte. Sono trascorsi cinque anni dall'ultima volta che ti ho scritto qui, sul tuo blog, in occasione del quindicennale della commemorazione della tua dipartita.
In tutto questo tempo ti ho pensata spesso, soprattutto nei momenti meno piacevoli in cui la vita ci mette davanti agli occhi idee piene di tristezza e di malinconia quando si pensa alla propria madre che non c'è più.
Il pensare a te mi porta sempre serenità ma anche rimpianto della tua presenza ormai impossibile da godere. Comprendo la tua assenza ma non mi abituo. Piuttosto, preferisco pensare ingenuamente, come i bambini, che sei partita per un lungo viaggio, con destinazione lontana, che legittima la tua lunga mancanza. E a proposito di "destinazione lontana" quante volte tu, da sola, sei partita da casa tua in Sicilia e col treno hai percorso migliaia di chilometri, attraversando tutta l'Italia, per venirmi a trovare nel profondo nord lombardo dove io insegnavo come se fosse stata per te una semplice passeggiata. Chissà quanti pensieri belli hai fatto sul treno in un'intera giornata di viaggio.
Ricordi quella volta quando ti ho portata in Svizzera, nell'Ospedale regionale di Mendrisio, per essere visitata dal prof. Reiner per la tua malattia del diabete? Ricordi al ritorno, tranquillizzata dall'esito della visita medica, come eri felice lungo le belle strade del lago di Como per rientrare a casa?

E ancora prima, ti ricordi come fosti felice quando nel 1978 comprasti le nuove pentole Imco? Eri entusiasta per il risparmio che avresti avuto a causa della cottura lenta dei cibi e ai nuovi sapori e profumi ottenuti? Ricordi com'eri orgogliosa di mostrare alle tue vicine di casa il piccolo set di pentole e casseruole di acciaio speciale che ancora conservo gelosamente? Quanti anni siamo stati lontani uno dall'altra nella nostra vita e nonostante tutto ti ho sempre sentita vicino, sebbene nel solo pensiero.
Ricordo quanto mi tranquillizzava la tua lettera settimanale che mi scrivevi ogni lunedì mattina quando il bigliettaio della corriera mi consegnava, nel 1959 al capolinea degli autobus di Messina, una tua lettera nella quale c'erano i tuoi saluti, le tue raccomandazioni e i soldi che tu mi inviavi per vivere una settimana nel capoluogo di provincia dove studiavo fuori sede. Frequentavo le scuole superiori distanti cento chilometri da casa nostra che percorrevo con l'autobus che partiva alle 5.00 del mattino per rimanere in pensione lunghi mesi a digiuno della tua presenza, di quella di papà e di Sergio. Ricordi quando ingenuamente dopo le vacanze di Natale una sera ritornai da te viaggiando da Messina per rivederti e tu incredula mi chiedesti perchè avevo marinato la scuola? Ebbene il motivo fu che mi mancavi moltissimo e io pieno di ansia fino all'inverosimile non resistetti a rimanere in città lontano da te.
Poi all'università negli anni '60 sempre lontano da te per i miei studi e poi ancora in nord Italia negli anni '70 dove avevo iniziato a insegnare matematica e fisica in un istituto tecnico commerciale. La sera da solo avevo un solo pensiero: quello di ritornare da te.
Adesso è tutto diverso e nulla sarà come allora. Ora tutto mi sembra grigio, opaco, silenzioso e lontano. La tua assenza è un peso enorme che dovrò portare per sempre. È una specie di mutuo a vita che mi perseguiterà ogni giorno e che dovrò pagare per sempre. Mi consola la memoria del tuo ricordo che mi fa sentire meno solo, come se tu fossi presente vicino a me, ricordando il tuo viso bello e splendente, sempre sorridente anche nei momenti peggiori.
Mi mancano i tuoi consigli, le tue premure, le tue attenzioni. Mi mancano gli odori delle pietanze che mi preparavi insieme a papà. Mi mancano i profumi di pulito della biancheria che mi lavavi. Mi mancano le tue accortezze di fronte a scelte di vita che mi riguardavano. Mi manca tutto di te. Mi mancano anche le rughe che hai avuto tempo di sviluppare nel tuo bellissimo viso durante la vecchiaia, trascorsa felicemente a Roma nella tua nuova casa. Soprattutto, mi manca il tuo sguardo di persona saggia, positiva, rassicurante, illuminata, che vedeva sempre la soluzione giusta e che mi liberava dai timori nei momenti difficili.
Di te sono stato e sarò sempre orgoglioso di essere stato tuo figlio. Ho avuto il privilegio di essere stato allevato da te secondo i valori della civiltà contadina dei nonni, contro le ingiustizie e col motto "prima di criticare gli altri critica te stesso". Ne vado fiero.
Un caro pensiero va anche a tuo marito, grande papà, che ci ha tenuti legati insieme in un abbraccio corale e affettuoso per tutta la sua vita. Lo ricordo con piacere e soddisfazione passeggiare con te sottobraccio nella via principale del nostro paese le sere d'estate dopo cena. Mi sembravate due sposini freschi di matrimonio. Eravate entrambi il mio sole. Ricordo anche il giorno del suo funerale, 31 dicembre 1981, quando al rientro a casa dopo la cerimonia funebre al cimitero vidi la nostra casa per la prima volta vuota, spenta e grigia a causa della sua assenza.
Ciao mamma. Ciao papà.